
Venerdì 21 aprile, Fahrenheit, lo storico programma di libri di Radio 3 condotto da Marino Sinibaldi, racconta, fra un incontro e l’altro con gli autori presenti alla fiera, una storia meravigliosa, quella di Lidia Cova, pimpante 88enne abbonata del Piccolo Teatro di Milano da ben 70 anni, cioè da quando ne aveva solo 18. Impressionano da subito la lucidità di questa signora, il dolce garbo con cui racconta il suo amore sconfinato per il teatro, ripercorrendo una giovinezza che mai pare averla lasciata in vivacità e brillantezza. Lidia lavorava in un’azienda operante in ambito fotografico, molti suoi colleghi erano orfani di guerra o persone con disabilità fisiche, assunti nell’immediato dopoguerra. La cultura era allora ancora per pochi, ma, nonostante questo, Lidia riesce a coinvolgere nella sua passione la maggior parte di loro e lo fa senza insistenze, con dedizione: su carta velina batte a macchina i riassunti di tutte le trame delle opere in cartellone al Piccolo, in modo che i suoi amici possano conoscerne gli argomenti, essere attratti da quegli intrecci finora sconosciuti ma immediatamente percepiti come appassionanti e coinvolgenti. Lidia mette a servizio dell’altrui conoscenza la propria, attraverso il suo innato entusiasmo, pacato nei modi ma trascinante nell’affascinare tramite il racconto delle sue scoperte teatrali .
“In 70 anni ho visto tutto, saltai solo un piccolo periodo dopo che Strehler non c’era più, per il dispiacere. Pochi spettacoli mi hanno delusa, ma non è detto che non valessero, semplicemente non hanno incontrato il mio gusto personale”
E oggi? “Ma anche ora è bellissimo! Adoro il teatro d’avanguardia!”
Lidia racconta anche della sua passione per la musica sinfonica, di quando ragazza e insonne ascoltava la radio tutta la notte e di ora che, quando vuole concedersi “un premio”, va a sentire un concerto dal vivo.
Sinibaldi le chiede: ” Ma a casa guarda la tv?” “Sì, ma solo quando fanno vedere il teatro”
L’incontro termina, avresti voglia di abbracciarla, tutti la applaudiamo e le sorridiamo teneramente, quasi con riconoscenza: sì, perché la signora Lidia ci ha mostrato un volto della terza età di toccante speranza, un tempo che in lei nulla ha spento ma solo allungato, dilatando senza scolorire la sua passione e mantenendone l’eloquio, il brio e la contagiosa allegria prodigiosamente intatti.