
La storia di una decennale relazione clandestina fra una donna, Rita, e un uomo sposato, più anziano di lei, Mario. Spartiacque nella vita della protagonista e nel suo rapporto con l’uomo è un grave incidente stradale che la coinvolge e la cui conseguenza a lungo termine è un’amnesia che cancellerà l’amante dalla sua memoria.
Lepri mette in scena i meccanismi un amore tossico, malato, nella sua sostanza più profonda: la dipendenza emotivo-psicologica di Rita e i tratti narcisistico-manipolatori di Mario. Il racconto è condotto attraverso un riuscito ping pong temporale fra passato e presente, la cui linea di demarcazione è il sinistro patito dalla donna. La voce narrante è in modo predominate onniscente, dividendosi fra il vissuto, parallelo a livello temporale ma opposto in quello emotivo, di Rita e Mario. Questa scelta restituisce al lettore in modo diretto una doppia lettura della vicenda, rendendo le discrepanze di vissuto e valori fra loro. Nei momenti cruciali della storia e più significativi nel sentire di Rita e Mario, il punto di vista della scrittura cambia, facendosi loro diretta voce. Questi monologhi interiori sono l’unico modo in cui i personaggi riescono finalmente a rendere concreto tutto ciò che all’altr* non è mai stato espresso, benchè fondamentale.
Il non detto è assolutamente un coprotagonista del libro. L’omesso dialogo è lo specchio della dipendenza e dell’accettazione passiva da parte di Rita come dell’egoismo e cinismo da quella di Mario. Nella loro storia leggersi dentro e farne parola o fa soffrire troppo o non conviene. Altra caratteristica del romanzo, cosa ben costruita in modo graduale ma inesorabile da parte dell’autrice, è l’evoluzione nel vivere e sentire dei due con un riuscito, plausibile e concreto gioco di inversione. La scrittura è diretta, veloce, ma ficcante nel disegnare personaggi, situazioni e sentimenti.
Nota a parte merita la presenza della letteratura nella vicenda: per la donna i libri sono salvagente dentro un contesto autolesionistico, le parlano quando lei non riesce a farlo a sè, come all’amante. Rita si tradisce dentro il vortice tossico della sua relazione, solo i libri hanno sempre la forza di farle ricordare chi sia davvero. Le citazioni letterarie sono scelte in modo coerente, in particolare si fanno leggere con piacere i riferimenti a David Foster Wallace.
“Hai presente Liam Neeson?” è un romanzo piacevole il cui titolo leggero non deve trarre in inganno perchè, sebbene usando un registro agile e spesso informale, Lepri fotografa con profondità dinamiche socialmente diffuse alla base di relazioni sbilanciate, velenose, in grado di creare una dipendenza mortificante. Un libro sincero e fortemente contemporaneo che ha la forza di raccontare il buio, smascherando i suoi stessi personaggi per liberarli.
Grazie Elisa Per la tua sensibile e invitante recensione..Leggerò sicuramente questo libro per la sua attuale tematica!
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