La sposa di Mauro Covacich

“La Sposa” è un libro di racconti interconnessi fra loro, legati come tessere di mosaico: le linee di confine di uno a segnare l’alba dell’altro. Sono storie a cui il respiro corto, tipico della letteratura breve, è totalmente estraneo: paiono piuttosto brani centrali di un romanzo, pagine tratte dal mezzo di un’azione più ampia e definita. La scrittura di Covacich è forte, talmente decisa da prendere subito il lettore trascinandolo dentro il dipanarsi della trama; anche le sue descrizioni sono estremamente originali, molto riuscite, veloci, mai banali e destinate a rimanere a lungo nella memoria. L’Autore scava nei personaggi con stile personale, scandagliando emozioni, pensieri e riflessioni profonde sui temi cardine dell’esistenza: le rende in forma di ragionamento, un po’ freddamente come conclusioni sillogistiche, ma sempre chiare ed avvolgenti, profonde e mai scontate. Degni di menzione anche splendidi passaggi d’ambientazione realizzati in una prosa “d’immagine” vivida, colorata, brulicante di vita propria. Per finire, il libro risulta essere molto interessante anche dal punto di vista linguistico, date le scelte lessicali inusuali e ricercate di Covacich.

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