“Tre giorni di giugno” di Anne Tyler

Gail Baines è una sessantenne dal carattere non semplice, a cui spesso viene detto, sia in contesti familiari che lavorativi, che “Non ci sa fare con le persone”.

Questa donna chiusa, rigida, critica, intollerante all’errore, priva di empatia, ma anche ironica e dal grande senso pratico, si troverà, in occasione del matrimonio della figlia, in tre giorni (quelli del titolo) a ripensare alla propria storia, per via di casuali parallelismi fra presenti e passato.

Il libro ha la caratteristica di diluire questioni esistenziali dentro il flusso della vita. Quella corrente del momento presente fatta di gesti, programmazioni, incombenze, grane e interazioni sociali, è preponderante nella narrazione. Il punto forte del romanzo sta nel suo riuscire a farli incontrare in pochi e apicali momenti, rispecchiando la difficoltà di Gail di esporsi, anche a se stessa. 

Diversi i temi chiave di cui il primo, la difficoltà di comunicare (e comunicarsi, anche e soprattutto in famiglia) è senza dubbio il principale, summa degli altri, che contiene. Cruciale è anche quello dell’infedeltà. Durante la lettura appare intesa a livello di coppia, ed è vero sia la sua dimensione principale, ma un episodio del passato di Gail, che l’ha fatta sentire una donna molto diversa da ciò che ha sempre considerato essere la propria identità, muove il senso di questo argomento sul piano ancora più intimo della fedeltà a sé. 

Ben riusciti i dialoghi, parte importante del testo: essenziali, spesso sarcastici. Punto a favore è pure il contrasto di approccio alla vita fra i personaggi di Gail e dell’ex marito Max: anche qui c’è molta ironia, seppur ad accompagnare più d’ un tratto dolceamaro.

Presenti anche il nodo della tolleranza verso l’altro e la società, nella difficile mediazione col proprio io, quelli della coerenza e dell’opportunità di esprimere il proprio giudizio quando è così costantemente poco elastico da poter spesso minare i rapporti diventando svalutazione della controparte.

Anne Tyler inserisce tutto ciò in una narrazione fresca, usando gli spigoli della sua protagonista anche per strappare più di una volta un sorriso, mettendo in scena l’immediatezza della vita quotidiana che fagocita, inframezza, rimanda i pensieri più profondi. Un racconto a tratti frizzante, senza sconti, eppure capace di possedere un’atmosfera delicata, una lettura che scorre con la stessa autentica naturalezza della vita vera.  

Scheda: “Tre giorni di giugno” di Anne Tyler, Guanda Edizioni, maggio 2025, pagine 192, euro 18

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