“Il dubbio” di Matsumoto Seichō

Il dubbio di Matsumoto Seichō è un giallo acuto ed intelligente. L’autore usa la vicenda narrativa alla base del mistero centrale del libro per dare rilevanza a temi universali sulla natura umana, ma andiamo con ordine.

Una coppia sposata da circa sei mesi è in auto, di ritorno da una breve gita. La loro vettura finisce in acqua, al termine di una banchina del porto nei dintorni di casa: la moglie riemerge salvandosi, mentre il marito muore.

La donna ha un passato torbido e precedenti penali: le indagini si incentrano immediatamente su di lei, anche vista la ricchezza del consorte. Si è trattato di un incidente o di un omicidio volontario dal movente economico?

Matsumoto Seichō racconta la vicenda senza mai far parlare direttamente l’accusata. La vediamo/viviamo esclusivamente attraverso lo sguardo e le parole altrui. Su tutti, quello di un giornalista locale che segue il caso e quello dei suoi legali.

Qual è lo scarto fra percezione, pregiudizio e realtà? Come e perché ci costruiamo l’immagine di una persona? Quanto conta la sua provenienza? Chi può intestarsi il compito di parlare per una comunità? Quali sono le responsabilità di un giornalista nel fare informazione? E quanto l’opinione pubblica ne viene, più o meno consciamente, plasmata?Infine: amiamo più noi stessi o la verità?

Tutto questo, piuttosto che il fatto criminoso in sè, è il vero tema del romanzo e l’autore riesce a trattarne con finezza e maestria dentro l’impianto classico di un giallo. Gli indizi sono svelati gradualmente, così come il montare di una progressiva e strisciante alienazione che condurrà ad un riuscito ribaltamento di piani.

Non è un caso che l’Autore non specifichi nè la precisa collazione temporale della vicenda, quanto quella geografica. Sappiamo che si svolge in Giappone e tanto basta, perché i meccanismi tossici che la muovono e la nutrono sono universali, incistati nell’essenza dell’essere umano al di là di tempo e spazio, eternamente attuali.

Tema universale, ma particolarmente sentito nella società giapponese (su cui le generazioni contemporanee si stanno virtuosamente smarcando): il vivere le proprie debolezze come qualcosa da nascondere, non ammettendole nemmeno con le persone più vicine.

Nel libro, Matsumoto Seichō fa risuonare anche un’altra questione: chi e perchè possa intestarsi la facoltà di rappresentare la voce di una comunità. Quanto questo sia una vocazione genuina o, più o meno consciamente, coincida con interessi/paure personali di chi lo fa.

Molto ben fatta anche la parte legale, coniugata sul lato umano: i diversi personaggi incarnano approcci, tanto verso l’assistita quanto nei confronti della giustizia e della verità, che rappresentano alla perfezione le diverse anime umane. E ci sarà un vecchio avvocato che non potrà non restare nel cuore di chi legge…

Lo stile di scrittura di Matsumoto Seichō si mette a servizio del racconto: piano, scorrevole, in grado di pungere il giusto, solleticando l’istinto del lettore a risolvere il giallo, ma mantenendo un equilibrio fra detto e non. Inoltre, lo scrittore usa sempre un ritmo alto nella narrazione, non frenetico ma che comunque non lascia alcuna pagina priva di un fatto utile all’economia della storia, il che lo rende una lettura arguta e piacevole.

Scheda: “Il dubbio” di Matsumoto Sechō, Adelphi, novembre 2022, pagine 133, euro 16

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