“Antologia degli sconfitti” di Niccolò Zancan

“Antologia degli sconfitti” è un libro imprescindibile per comprendere il presente. Niccolò Zancan usa la sua esperienza di cronista di razza (scrive su “La Stampa”, precedentemente per “Repubblica”) per entrare nel cuore della triste complessità sociale che ci circonda e lo fa fondendo il registro giornalistico a quello poetico, ma andiamo con ordine.

Chi sono gli sconfitti? Tutti coloro che faticano ad arrivare alla fine del mese, che vivono vite costantemente in bilico, segnate da preoccupazioni economiche (e conseguentemente esistenziali) croniche. Non sono più “solo” gli ultimi, come i senzatetto, ma anche i penultimi, i terzultimi: insomma le persone che hanno sì un lavoro, ma la cui retribuzione, si tratti di impiego precario o a tempo indeterminato, risulta a grande fatica sufficiente per mantenersi nei bisogni essenziali. Una schiera di gente, dalle professioni più diverse, ma accomunata dal vivere alle soglie della dignità, dai limiti, dalla paure, dagli insuperabili steccati che limitano totalmente il loro stare al mondo. E con uno status sociale di invisibili.

Zancan nell’introduzione illustra accuratamente il fenomeno e la sua trasversalità con un taglio oggettivo e l’apporto di dati, ma poi, ed è questo l’enorme pregio distintivo del testo, va oltre i freddi numeri lasciando parlare le storie. La cifra stilistica di “Antologia degli sconfitti” è la forma, tanto atipica quanto riuscita: il racconto è costutuito da rapidi flash in cui la cronaca si fa quasi poesia. Sono tableaux vivants, i cui punti cardine di storie di vita sono resi tramte lampi narrativi molto potenti.

Traspare l’estrema cura nella scelta di ogni parola, il soppesarne il senso profondo e le combinazioni. Nonostante siano racconti il cui approccio è a sottrarre dalle vicende integrali, il lettore non percepisce alcuna mancanza, anzi: le storie, tutte vere, risultano fortemente impattanti. Questo, un plus importante da sottolineare, accade senza alcuna forzatura o con l’intenzione di mirare “alla pancia” di chi legge, ma grazie alla dote dell’autore di cogliere e trasmettere la forza naturale del reale privandolo di depotenzianti sovrastrutture.

Zancan ha scritto qualcosa che conta, in grado di restare per via di come riesca a a dare giustizia al vero e a interrogare la società. Un libro prezioso che nasce dalla presa diretta dei fatti, dallo stare sul campo, dal rapporto quotidiano con l’altro e che riesce a bucare la carta grazie ad uno sguardo attento, al pensiero meditato, all’ascolto profondo, mettendosi davvero al servizio delle storie.

Scheda: “Antologia degli sconfitti. Cronaca quasi poetica del presente” di Niccolò Zancan, Einaudi, febbraio 2024, pagine 168, euro 16,50

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